La più formidabile omologazione ai tempi dei social networks deriva proprio da quella che, sin dagli albori, è sembrata essere la più grande forza della rete: la banalità del suo linguaggio.

La più formidabile omologazione ai tempi dei social networks deriva proprio da quella che, sin dagli albori, è sembrata essere la più grande forza della rete: la banalità del suo linguaggio.
Fa sorridere il successo che sta riscuotendo Sarahah, l’ultimo sistema di messaggistica, ideato con il proposito dichiarato di assicurare agli utenti l’anonimato. E che finirà solo per arricchire di un ulteriore tassello il già angosciante mosaico della stupidità umana.
Venti anni fa forse non sarebbero stati capaci di togliere il tappo a una penna, ora affondano con ingordigia le dita sulle tastiere dei loro inseparabili strumenti di appagamento virtuale.
I respingitori di critiche, intrappolati come mammalucchi nella rete ma sempre pronti ad agire in difesa dei comandamenti di regime.
Qualcosa di personale: ho sempre avuto la tendenza a sottoporre a critica ogni fatto, notizia, opinione, a metterne in dubbio fondamento e veridicità.
Nella piazza virtuale ogni freno viene meno. Un uso consapevole della rete importa necessariamente che si riconoscano i nuovi scemi del villaggio virtuale.