Ricordo l’espressione del celebrante, di lieve smarrimento per la mancanza di anelli. Al suo cospetto, sposi senza divise né veli svolazzanti si scambiavano laiche promesse in un caldo pomeriggio d’estate. Diversamente religiosi. Pochi i presenti nella sala consiliare, due piante ornamentali qua e là, qualche fiore. Le firme, i saluti, due scatti a tradimento per immortalare l’evento. Poi, senza vincoli di protocollo né le pesanti impalcature dei rituali classici, un brindisi con gli amici, prima di ritrovarsi con loro a tavola a celebrare. Serenamente. Era la mia cerimonia.

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