Ho trascorso l’ultimo week-end tra le colline e i paesini del Chianti, nella più commovente campagna che esista, come qualcuno ha scritto. Vi faccio ritorno almeno una volta all’anno e, se possibile, con l’esordio della primavera o dell’autunno. Sono gli inizi di stagione che preferisco, per una serie di ragioni che hanno principalmente a che fare con il clima, come è ovvio, ma anche con la luce e i colori della natura.
Questa volta l’idea era di esplorare leggero e perciò, sia pure a malincuore, ho deciso di lasciare a casa il potente biancone, dal quale sinora non mi ero mai separato. E, però, in borsa ho affiancato allo zoom grandangolare (perfetto per i paesaggi toscani) il nuovo (per me) obiettivo EF 100mm 2,8L Macro IS USM, al quale un giorno dovrò pur dedicare qualche parola, per quante emozioni mi ha saputo regalare. E’ accaduto infatti che di foto panoramiche ne ho portate a casa ben poche, essendomi totalmente immerso nel favoloso mondo del particolare.
Un mondo tutto da scoprire, che ha ribaltato nuovamente la prospettiva. Fotografare in macro sottintende un approccio diverso al soggetto, una capacità di cogliere dettagli sorprendenti, molta pazienza. E capacità tecniche che sono soltanto in grado di immaginare, per il momento…! Tra mille difficoltà e infiniti scatti cestinati già in macchina, la mia prima esplorazione ravvicinata della natura mi ha comunque restituito qualche immagine interessante.
Nella foto di copertina, una goccia di rugiada alle prime luci dell’alba (Canon EOS 7D – EF 100mm – 1/250 sec. a f/4,0 ISO 100)
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