Roma, Galleria di Doria Panphilj. L’anno nuovo è iniziato per me dinanzi al potente e spietato ritratto di Innocenzo X di Diego Velázquez. Ma quella visita, tanto a lungo rimandata, è giunta al termine di un affascinante percorso che, in coda al 2017, mi ha visto di nuovo a Londra e dintorni; quindi, per la prima volta, a Malmö e, infine, a Copenaghen.
Camden town è stata una piacevole scoperta, con i suoi mercati al chiuso e all’aperto, le sue botteghe vintage di cuoio e di musica, il cibo da strada, il mulled wine, i pittoreschi edifici a far da stravagante cornice alle vie del quartiere, il mio nuovo cappello da gentleman che ad indossarlo la prima volta mi sono un po’ sentito come Bogart in Casablanca.
Le temperature miti (per la stagione) hanno favorito la esplorazione a piedi della città e le passeggiate sul lungo fiume.
In un ristorante a nord della city ho aggiunto il grouse, cotto al forno e servito con salsine di contorno e patate croccanti, alle cose che il mio palato decisamente disprezza.
Alla National Gallery ho passato di nuovo in rassegna i classici, soffermandomi sulla Cena in Emmaus di Michelangelo Merisi detto il Caravaggio, la prima della due versioni dipinte dal Maestro della luce: la più vivida, drammatica, intensa.
E, una limpida mattina dal cielo blu, fuoriuscito dalla Tate Modern, ho imboccato il Millennium Bridge fotocamera alla mano, centrando all’orizzonte St. Paul’s Cathedral.
Ho poi condiviso sereni momenti di festa con amici lontani, tra vecchi e nuovi rituali, nella riposante quiete dell’Hampshire.
L’Øresundsbron è una meraviglia da osservare dall’alto per comprendere quanto sia vera l’immagine di ponte che si tuffa nel mare. L’ho attraversato per raggiungere Malmö, tranquilla cittadina di là dal confine danese, dove i più audaci (per lo più indigeni) mettono alla prova le coronarie tuffandosi nel Baltico dopo una sauna al Ribersborgs Kallbadhus. Scende presto la sera sulla città e sui davanzali delle finestre del centro le luci di lampade o candele creano atmosfera.
Copenaghen meriterebbe di essere assaporata più a lungo e lentamente, al tepore della tarda primavera, con il sole che tramonta dietro al Nyhavn, l’antico porto della città, oggi principale attrazione turistica, e le sue casette da cartolina che si affacciano sul canale. Ma una fredda giornata di pioggia è l’ideale per perdersi tra le sale del Ny Carlsberg Glyptotek o dello SMK. Un po’ meno per girovagare tra i sentieri anarchici e “stupefacenti” di Christiania o tra quelli di Tivoli, giardino delle meraviglie per i più piccoli.
By the way, la Sirenetta, ricoperta di sterco di gabbiani, non è stata un bel vedere.
Di lana come il cappottino?
rigorosamente!