Qualche tempo fa, un cliente (non quello del ballo sulla guallera, un altro) si rivolse a me fiducioso ritenendo che io potessi fargli ottenere un’importante riduzione del debito che aveva maturato nei confronti del suo istituto di credito. “Avvocà, dobbiamo fare lo strascico“, mi disse con tono perentorio e con l’aria di chi la sa lunga. Faticai non poco a comprendere il senso di quella richiesta: un paio di interminabili secondi nel corso dei quali immaginai me stesso al timone di una barca da pesca sfidare onde alte e scure per conto del debitore medesimo, sprezzante del pericolo, pur di portare a casa un ricco pescato da offrire in compensazione alla banca creditrice. Costui alludeva in realtà alla possibilità di negoziare la chiusura a saldo e stralcio dei suoi debiti, come un suo cuGGino gli aveva suggerito.
Quell’immagine di me impavido pescatore che affronta il mare e le intemperie è ciò che di più lontano dalla realtà la mia mente potesse partorire. Eppure mi ha accompagnato nei mesi a seguire e, come se non bastasse, da allora ogni volta che si parla di banche e debiti non riesco a togliermi dalla testa il ritornello di una canzone.
Il richiamo all’altro post era per me?
in realtà, la precisazione era a tutela dell’immagine del mio cliente storico (quello del ballo).
Dici che a causa dei miei trascorsi potrei rischiare una denuncia per plagio, o addirittura per appropriazione indebita? O magari per millantato credito?
fossi in te starei in campana.
Cliente di mare. Uno di montagna non avrebbe mai confuso stralcio con strascico…
Un caro saluto