La vecchietta del palazzo di fronte ama trascorrere il suo tempo in cucina. La vedo intenta ad armeggiare con gli utensili di cucina ogni volta che, scendendo le scale di casa, alzo lo sguardo verso la sua finestra. Un tempo alzava anch’essa lo sguardo dalle pentole, i fornelli, le ciambelle rustiche appena sfornate, per ricambiare il mio saluto e quello di ogni altro nel cortile. Ora la vista deve averla abbandonata quasi del tutto, ma ancora sorride alle ombre di passaggio, dispensando ricette che si annusano nell’aria.
6 Commenti
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Che bel racconto.
Mi ricorda quando rientravo a casa,la mia vecchia casa nel quartiere Garbatella. La vecchietta del mio pianerottolo metteva spesso su il caffè. Aveva sempre un odore che non era quello del caffè che faccio io. Era un odore di caffè buono. Un giorno glielo dissi e lei, quando sentiva che rientravo a casa, me ne portava un bicchierino. Ancora ne conservo uno.
Credo sia ora che tu lo beva.
e niente, Giovanni ci ha rovinato l’atmosfera poetica 🙂
Ecco!
Giovanni fa il cattivo fuori per impedire che si veda quanto è buono dentro.
probabile ch’io faccia l’opposto, allora.