Alle cinque del mattino sull’isola era notte fonda. Il rumore dei miei passi riecheggiava nello stretto e lungo vicolo che conduce all’arenile. I rintocchi in lontananza delle campane della parrocchia di Portosalvo mi fecero d’istinto portare la mano al polso. Le lancette dell’orologio segnavano l’ora del campanile. Era l’antivigilia. Le pesanti scarpe da pioggia ora affondavano nella sabbia rendendo il mio incedere più lento e faticoso. Il vento di tramontana aveva smesso da qualche ora di sferzare i rigogliosi salici della collina di San Pietro, ma il freddo non sembrava intenzionato a concedere tregua. Due lacrime solcarono il mio volto gelido e teso. Proseguii come assorto nel pensiero di una annunciata rivelazione. Di lì a poco, i bagliori del crepuscolo mattutino avrebbero rischiarato all’orizzonte la terraferma.
12 Commenti
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ora mi dirai che lacrimavi per il freddo, vero?
belle immagini, attraverso le parole
il buio comunque se n’è andato, dagli occhi e dal cuore
bisous
N.
such a poetic woman… thanks.
Chissà come sarà la vigilia…
le previsioni danno pioggia in serata… e da te?
Pioggia mane e sera…
cioè, stamattina all’alba giravi in strada?! cmq: AUGURI!
that’s just another trip… Dr. Cup.
Prima o poi finiremo per incontrarci, visto che quando tu sei già in piedi io sono ancora in piedi.
l’aurora farà da sfondo.
L’aurora più bella della mia vita l’ho vissuta a diecimila metri di quota, agli oblò di destra notte fonda, agli oblò di sinistra la sabbia del deserto incendiata di rosso.
Mi piace questa storia.
Tanti auguri di serenità a te e a tutti i tuoi cari.
Gianna