Non che vi fossero segnali chiari e definitivi di una mia fine imminente, ma, dando ascolto alla componente ipocondriaca della mia personalità, avevo interpretato certe evidenze come indizi significativi di un inesorabile percorso di congedo da questa esistenza. Dalla pop art un precedente scoraggiante: Warhol ci rimise le penne, ma lui almeno ebbe il tempo di realizzare la sua Last Supper. E’ stato allora che ho pensato a una cerimonia celebrativa, sostitutiva in vita del rito delle esequie, il solo modo per parteciparvi laicamente di persona. E’ stata fatta la mia volontà. Gli invitati al simposio premorte hanno risposto tra il serio e il faceto, omaggiando il morituro amico di parole belle di commiato e raccogliendone le ultime volontà. Sono stati poi giorni di attesa e di estremi saluti. Per ora, mi è bastato dire addio alla cistifellea. E a qualche melanzana fritta. L’importanza di non chiamarsi Andy.
7 Commenti
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Capita, mi capita, in maniera del tutto non razionale, di affezionarmi a delle parole scritte, a delle fotografie.
a me capita di essere sospinto dall’istinto verso il luogo del racconto.
è stata una cosa alla “Amici Miei”: allegra, ma con un sottofondo malinconico
una supercazzola, in pratica.
noooooooooooooooo… l’addio alla melanzana fritta noooooooooooo
http://fragoliva.wordpress.com/2011/07/25/la-parmigiana-di-jack/
1. Andy Warhol è una mastodontica ciofeca.
2. Le melanzane grigliate sono molto meglio di quelle fritte.
3. E siamo uno pari.
rieccoti, perentoria quanto basta!