Il giorno in cui mi autoproclamai Subcomandante del Destino Operoso ebbi come la sensazione di avere precocemente ceduto alle lusinghe del presenzialismo esistenziale. Quel giorno segnò la fine dell’allegra innocenza. Il nuovo grado richiedeva un impegno diuturno al quale la mia mente e il mio fisico non erano preparati, ma dal quale la coscienza si sentiva in qualche modo attratta, come da una sorta di richiamo fatale. Più di ogni altra, avvertivo la fatica dell’essere fabbro.
Ultimi articoli
Tag
anima arte autunno Barcellona blogging Canon Castello Aragonese cliente Cordoba Cracovia Croazia giustizia internet inverno Ischia ischia ponte isola isola d'Ischia leggende Lisboa Londra Madrid mare mio padre morte Napoli New York pensieri alterati pensieri alternati pensieri faceti pensieri forensi politica primavera prospettive Provenza racconti recensioni referendum costituzionale sguardo social network solo e pensoso Spagna tempo Toscana vita
Commenti recenti