Ho indossato scarpe comode, viaggiato con bagaglio a mano e una fotocamera a tracolla. Mi sono perso nelle stradine alle spalle della Staroměstské náměstí, la piazza della città vecchia, inseguendo una musica gitana che sembrava provenire dalle fondamenta di un vecchio edificio. Ho curiosato tra i chioschi dai tetti rossi e ammirato il cielo farsi plumbeo sopra il palazzo dell’orologio, mentre una folla accorreva al rintocco dell’ora. E un musicista da strada continuava in disparte a suonare la sua scala per il paradiso. Ho visitato luoghi della memoria, ritrovato pensieri, immaginato destini incrociarsi all’orizzonte, condiviso visioni. Ho brevemente vissuto il tempo del dolce fuggire. E note malinconiche che la ragione non sa spiegare.
7 Commenti
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e il naufragar ti fu dolce
anche senza mare, a quanto pare.
La Moldava (magari invitando il signor Smetana) può bastare.
E poi si torna da Praga e si posta qualche altra bella foto.
Nnnnamo ‘npo’…
anvedi questa, oh… 🙂
Non so come tu sia arrivato a me ma eccomi qui a conoscere i tuoi viaggi. Non sono mai stata a Praga, deve essere una bella città? O sbaglio?
p.s. il fuggire non è mai dolce, il cercare una meta sì..
le vie della rete sono infinite. Benvenuta.