Un castagneto ceduo, stretti sentieri in salita, l’antico eremo scavato nella pietra, i solchi scolpiti dal tempo, poi la cima del monte. Pareti di tufo verde erose dal vento e dalla pioggia. Ho trattenuto il fiato, respirato nuvole, ammirato le distese azzurre e le verdi terre, il mare in basso in lontananza che tutto avvolge.
Con gli occhi in giù la testa sporgo: scenari da vertigine, mutevoli, discese ardite. Tracce di una inquieta e remota origine, tra storia e leggenda. Deve essere davvero la porta di accesso al mondo sotterraneo di Agarthi. O un altro paradiso sulla terra da preservare.
E le risalite: non dimenticare le risalite.
su nel cielo aperto? Me ne ricorderò.
Certo, perché poi giù il deserto come lo raggiungi, se no?