Tutto sommato posso ritenermi fortunato. Sono stato educato a coltivare il dubbio, a non dare mai credito ai portatori di verità assolute, ai dispensatori di ricette un tanto al chilo, a pormi invece domande di continuo. Ciò mi ha reso, con gli anni, insofferente alle risposte semplici, ripetute a comando, che non ammettono repliche, quelle che chiedono solo di ricevere ulteriori conferme e approvazione.
Ecco, mi sono chiesto quanto sia, il Giano bifronte di governo fuoriuscito a fatica dal recente impasse istituzionale, espressione effettiva della volontà popolare, e quante siano le possibilità concrete che lo stesso contribuisca seriamente alla crescita e al benessere della Nazione. Mi sono dato risposte complesse e molte riserve di giudizio. L’ho detto in premessa, sono abituato a coltivare il dubbio.
Soprattutto, non ho saputo dire con certezza quanto tempo occorrerà prima che i proclami di cambiamento dei nuovi capipopolo rivelino tutta la loro natura effimera ed ingannatrice, o quanto ne occorrerà prima che l’idillio con il “popolo sovrano” svanisca, che altri salvatori della patria si sostituiscano agli attuali, individuando magari novelli fronti di lotta e vecchi o nuovi capri espiatori e nemici da combattere, in un gioco di potere senza fine che solo chi non sia abituato a porsi domande non è in grado di comprendere.
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