Del mio primo soggiorno a Barcellona ricordo le tracce lasciate ovunque da quel genio di Gaudi. Ritrovo alla vigilia di Natale una città vestita a festa.

Del mio primo soggiorno a Barcellona ricordo le tracce lasciate ovunque da quel genio di Gaudi. Ritrovo alla vigilia di Natale una città vestita a festa.
Capita così di ritrovarsi, in una soleggiata domenica di fine Novembre, a riscoprire la Napoli più nascosta, oscura e piena di fascino.
Non c’è stradina di questo borgo che non ne ricordi l’anima artistica. St. Paul de Vence è l’ultima tappa del mio viaggio nel Sud della Francia.
La Boqueria è forse il mercato più antico d’Europa. I catalani ne sono fieri. Ci vado di buon’ora, ma è già un concerto di voci e colori. C’è un ordine sublime oltre il caos apparente. Breve viaggio nel “mercat de Sant Josep”.
Il volo delle 14:55 per Praga ha appena lasciato l’aeroporto di Capodichino. Le spie continuano a segnalare l’obbligo di tenere allacciate le cinture di sicurezza. Il loquace Pasqualino dai Camaldoli se ne fotte. Anzi, strafotte.
Ho visto le luci della città brillare dall’alto come lucciole impazzite. E la piccola notte stellata di Van Gogh illuminare il MoMA accanto ai dipinti di Chagall e di Gaugain. E Picasso al Guggenheim prendersi beffa dei grandi pittori del ‘600.
A Dišnik si conoscono tutti. La guerra non li ha mai sfiorati. La vita del villaggio scorre da secoli tranquilla. Cattolici ed ortodossi insieme a mietere il grano e raccogliere le patate. E a festeggiare sposi. Come l’altro anno, con Igor e Marina. Secondo rituali antichi come la terra.
Era l’autunno del 1993. La Route des vins mi aveva già incantato con le sue verdi colline, gli ordinati filari di viti, le antiche rovine. L’Alsazia, terra di confine, crocevia d’Europa. Dinanzi al Parlamento riunito in sessione plenaria il Presidente finlandese perorava l’ingresso del suo paese in Europa.