Note a margine del G7 Ischia. Dal prezzo politico che la democrazia ha riconosciuto ai suoi complementi d’arredo alla quiete ritrovata delle vie del centro.

Note a margine del G7 Ischia. Dal prezzo politico che la democrazia ha riconosciuto ai suoi complementi d’arredo alla quiete ritrovata delle vie del centro.
Gabbiani striduli frequentano il pontile della paranza volteggiando. E’ l’ora del caffè. Il Borgo di Celsa centellina il suo ultimo racconto di fine estate.
La tragedia di Casamicciola Terme insegna alcune verità, oltre a quelle più ovvie, tra storia ignorata, mala informazione e debolezza della Politica.
Con il nuovo art. 70 della Costituzione il mantra del cambiamento ha generato un mostro tentacolare destinato ad accrescere le complicazioni.
A dieci anni non mangiavo uva, ma avevo un cane che si chiamava chicco. Per i miei primi cinquant’anni mi regalo una carezza, sapendo che d’ora innanzi niente sarà più lo stesso.
Piacciono ai giornali certe sentenze del Palazzaccio. Sono secche, perentorie, affermano principi, eliminano dubbi ed incertezze migliorandoci la vita.
Sulle ultime tragedie leggo commenti beceri e qualunquistici. E non parlo della cloaca che ammorba l’etere digitale. Fuor di metafora, leggo ovunque merda.
Voterò NO al referendum per la riforma della Costituzione. La prima ragione, di carattere apparentemente formale, attiene alla c.d. estetica della Carta.
Quando mi trovo all’estero, ben difficilmente posso fare affidamento sulla altrui conoscenza della mia isola, questa carneade del mar Tirreno.
Vorrò vederli alla prova dei fatti, quando la realtà presenterà il conto, senza la retorica un po’ cazzona di questi giorni.
Qualcosa di personale: ho sempre avuto la tendenza a sottoporre a critica ogni fatto, notizia, opinione, a metterne in dubbio fondamento e veridicità.
Il cliente ha così tratteggiato la personalità dell’interlocutore: ha in testa dei pidocchi così grandi che non bastano scalpello e martello a rimuoverli.