Il pensionato nell’era di internet si divide ossessivo tra siti web e pagine social. Pare non stancarsi mai: scrive, commenta, cala sul campo le sue faccine, rilascia giudizi trancianti ostentando una finta saggezza da vita vissuta.

Il pensionato nell’era di internet si divide ossessivo tra siti web e pagine social. Pare non stancarsi mai: scrive, commenta, cala sul campo le sue faccine, rilascia giudizi trancianti ostentando una finta saggezza da vita vissuta.
Mi è capitato spesso di fantasticare sulla possibilità di affidare l’amministrazione della giustizia ad una sorta di HAL 9000 versione 4.0. Questi sono i fatti, questa la pronuncia del cervellone di turno. Hic et nunc. In nome del popolo italiano.
La scienza non è democratica, si sa. I no vax se ne facciano una ragione. Il diritto lo è, invece. Il diritto è nato per essere esso stesso soprendentemente democratico.
La più formidabile omologazione ai tempi dei social networks deriva proprio da quella che, sin dagli albori, è sembrata essere la più grande forza della rete: la banalità del suo linguaggio.
Tutto sommato posso ritenermi fortunato. Sono stato educato a coltivare il dubbio, a non dare mai credito ai portatori di verità assolute, ai dispensatori di ricette un tanto al chilo, a pormi invece domande di continuo. Ciò mi ha reso, con gli anni, insofferente alle risposte semplici.
Vi basti sapere che c’è vita oltre questa tastiera.
Note a margine del G7 Ischia. Dal prezzo politico che la democrazia ha riconosciuto ai suoi complementi d’arredo alla quiete ritrovata delle vie del centro.
Gabbiani striduli frequentano il pontile della paranza volteggiando. E’ l’ora del caffè. Il Borgo di Celsa centellina il suo ultimo racconto di fine estate.
La tragedia di Casamicciola Terme insegna alcune verità, oltre a quelle più ovvie, tra storia ignorata, mala informazione e debolezza della Politica.
Fa sorridere il successo che sta riscuotendo Sarahah, l’ultimo sistema di messaggistica, ideato con il proposito dichiarato di assicurare agli utenti l’anonimato. E che finirà solo per arricchire di un ulteriore tassello il già angosciante mosaico della stupidità umana.
Venti anni fa forse non sarebbero stati capaci di togliere il tappo a una penna, ora affondano con ingordigia le dita sulle tastiere dei loro inseparabili strumenti di appagamento virtuale.
Siamo isolani, dovremmo farcene una ragione. Ma io non vedo poesia nella nostra isolitudine, solo incrostazioni familistiche e senso del possesso: insieme di orticelli divoratori di bellezza per interesse.