La Boqueria è forse il mercato più antico d’Europa. I catalani ne sono fieri. Ci vado di buon’ora, ma è già un concerto di voci e colori. C’è un ordine sublime oltre il caos apparente. Mi avvicino alla bancarella della frutta. Fresca. Mango, papaya e kiwi. La signora me la taglia a pezzetti. Oggi è questa la mia colazione. Poi solo un caffè, andrò a degustarlo con lentezza all’ultimo piano del centro commerciale di Plaça de Catalunya, dove si gode una magnifica veduta della città che si risveglia. O forse non ha mai dormito. L’antico e il moderno si uniscono e confondono. I catalani sono fieri di questa mescolanza. Delle radici come del nuovo. Proseguo il mio giro nel “mercat de Sant Josep”. Il venditore di vini pregiati mi chiede se sono catalano o castigliano o basco. Tira ad indovinare. Ho pronunciato due parole, strette tra i denti, in una lingua che mi è familiare ma che non parlo. Si dispera quando scopre di aver perso la sfida con se stesso. Italiano. Definizione un po’ generica per un catalano. Allora aggiungo, divertito: Sud Italia, Campania, Napoli… e così via. Sembra divertito anche lui. E felice di parlare con un “home del Sud”. Già, home, non hombre. Non confondiamoci.
2 Commenti
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calda e vivace Barcelona
coloratissimo e fragrante il mercato coperto
splendida la città antica
per non parlare dei luoghi di Gaudì
sei un viaggiatore, come me
e, prima di ogni altra cosa, sei un viaggiatore interiore
mi piace
WW
grazie, WW, e lieto di condividere un modo di viaggiare.