
La triste storia delle mie piantine di basilico
Questo blog, divenuto ormai vetrina di pensieri passati, mi ricorda la storia delle mie piantine di basilico. Ne compravo un paio, me ne prendevo cura per qualche mese, vedendole crescere e misurarsi con orgoglio; poi, lentamente, le abbandonavo al loro incerto e mai verde destino.
Questo blog affonda le radici in un risalente esperimento di scrittura introspettiva, disvelato a pochi, che per un decennio circa ha alimentato l’AlterEgo sopito del suo autore, dando vita ad un manifesto animato di pensieri discontinui.
Odio il circo, lo zoo, le processioni, il carnevale, i burattini, gli oroscopi, le feste di paese, le foto nuziali, il riposino pomeridiano, le cipolle crude, il neo populismo, i fondamentalismi di ogni tipo.

Napule è… in bianco e nero
Napule va fotografata a colori, mi sono sempre detto, e alla luce del sole. E però ci sono giornate in cui l’anima della città viene fuori anche sotto un cielo grigio e i suoi mille colori possono leggersi in una fotografia in bianco e nero.

Londra Malmö Copenaghen (e tanto di cappello)
L’anno nuovo è iniziato dinanzi al potente ritratto di Innocenzo X di Diego Velázquez. Ma quella visita è giunta al termine di un affascinante percorso che mi ha visto di nuovo a Londra e dintorni; quindi, per la prima volta, a Malmö e, infine, a Copenaghen.

Lo strascico
Una volta un cliente si rivolse a me fiducioso ritenendo che io potessi fargli ottenere un’importante riduzione del debito che aveva maturato con la banca: Avvocà – disse – dobbiamo fare lo strascico.

La leva malinconica e la superba
Superba signora del mare, una città che imparai così a riconoscere, giorno dopo giorno, come la cantilena dolce della sua lingua: dalle alture al fronte del porto, il profilo da cartolina e quello più nascosto. E il tempo sembrò come d’incanto accelerare.

i’m thinking of ending things
Sto pensando di finirla qui (i’m thinking of ending things, il titolo originale) è un enigma da risolvere, scena dopo scena: un malinconico viaggio esistenziale che solo quel genio di Charlie Kaufman poteva trasformare in stimolante labirinto narrativo.