Arles, la piccola Roma di Gallia, così bella da diventare la seconda casa dell’Imperatore Costantino.
Arles, ville d’art et d’histoire.
Arles, piena di sole, dai colori forti e brillanti, come nei dipinti di Van Gogh, che vi soggiornò in povertà nutrendosi di solo pane e vi rimase “per lunghi giorni sotto chiavi e chiavistelli e guardiani in cella“, senza averne colpa, come scrisse al fratello. Non c’è più la casa dalle mura gialle che si affacciava su Place Lamartine, andata distrutta durante la seconda guerra mondiale, con la sua celebre Chambre de Vincent, riprodotta fedelmente altrove. C’è però la “terrazza” del bar con il suo cielo stellato. Ci sono tracce ovunque della tormentata presenza dell’artista. Ma, sopratutto, del glorioso passato della città, con l’Anfiteatro, le Terme, il Teatro antico. E, tutt’intorno, campi di grano ed alberi di ulivo.
Arles è la prima tappa del mio cammino nel Sud della Francia. La città è a un passo dal Parc Naturel Régional de Camargue, sul delta del Rodano. Mi fingo esploratore e vado alla ricerca del fenicottero rosa.
Con il nuovo zoom potrai anche fotografarlo.
Il caro fenicottero si è tenuto a debita distanza anche dal mio zoom, ma mi sa che come esploratore sono rimandato a settembre.